Il film - La prima meta
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Il film

LOGLINE

Giovani detenuti si rimettono in gioco ed entrano a fare parte della squadra di rugby del carcere di Bologna, la meta più importante è fare squadra perché da soli si è destinati alla sconfitta.

SINOSSI

Max, allenatore di rugby, seleziona tre giovani detenuti per la squadra multietnica Giallo Dozza del carcere di Bologna. Con allenamenti estenuanti riesce a trasformare le continue sconfitte, di partite giocate sempre in casa, nella voglia di riscatto. Nel campo di gioco la vita dei giovani si trasforma e si contrappone alla solitudine e i ritmi lenti delle celle. Crescono insieme alla squadra fino alla vittoria ma una nuova sfida ancora più grande li attende.

SOGGETTO

La squadra è formata da circa 40 detenuti di nazionalità diverse, italiani e stranieri con pene da 4 anni all’ergastolo. Nessuno, prima di entrare nella squadra Giallo Dozza, aveva mai giocato a rugby. Non si conoscevano, ma hanno imparato a stare insieme in un’unica sezione del carcere, la 1D. Il duro allenamento e le partite del campionato di serie C2 disputate tutte in casa, si alternano ai ritmi lenti della vita in cella trascorsi nell’attesa di scendere in campo guidati dal capitano moldavo Gheorghe. Grazie alle doti umane e sportive di Max, la squadra multietnica diventa sempre più unita e amalgamata in campo come nella vita quotidiana detentiva attraverso la disciplina e i valori del rugby: lealtà, solidarietà, sostegno reciproco, rispetto dell’avversario e delle regole. Nel corso del campionato oltre al miglioramento fisico e di gioco si racconta il cambiamento positivo dei rapporti personali fra i detenuti e il contesto in cui vivono.

Fra le mura del carcere dopo tante sconfitte e mesi di intenso allenamento la squadra arriva alla prima vittoria a fine campionato alla presenza sugli spalti delle famiglie, figli, fidanzate e madri. Felicità e commozione si alternano nel terzo tempo dove le squadre avversarie e i parenti condividono un piatto di pasta. Si racconta la crescita, le difficoltà, e le conquiste di questo percorso unico, come unica è la squadra Giallo Dozza, nella sconfitta e nella vittoria.

Con la prima vittoria la vita dei detenuti cambia all’interno del carcere ma una nuova sfida ancora più grande li attende.

NOTE DI REGIA

L’idea del film-documentario nasce da due esigenze: approfondire il processo di inclusione attraverso il rugby di detenuti di diverse nazionalità, in particolare dei più giovani con l’allenatore e il capitano della squadra Giallo Dozza, con la formazione di un tessuto sociale multietnico, come solo il carcere riesce a rappresentare. La seconda esigenza è l’utilizzo della forma documentaristica che permette di raccontare l’esperienza della vita carceraria, senza mediazioni, raccontando il tentativo di emergere da un forte disagio. A fianco della linea narrativa “carceraria”, con le sue implicazioni sociologiche, si sviluppa parallelamente quella sportiva, del gioco con le sue regole, che diventano metafore della vita quotidiana in carcere. Due movimenti di riprese e di montaggio si alternano. Il primo, l’azione rappresentata tramite lo sforzo, la dinamicità del gioco e degli estenuanti allenamenti, la velocità dei giocatori, con la macchina da presa a mano che corre insieme ai giocatori e diventa il sedicesimo giocatore contrapposto al secondo movimento, con sequenze a camera fissa in osservazione, piani di ascolto, di apprendimento, di riflessione interiore, nella vita quotidiana carceraria. Questi ritmi si alternano nel lm sia a livello visivo che sonoro, caratterizzato dal rumore, le grida, gli impatti, gli insegnamenti degli allenatori, contrapposti ai momenti di ri essione e preghiera nelle loro celle. Questo lm racconta la vita nel carcere, le sue problematiche sociali, ma anche un mezzo, il rugby con l’obiettivo di rimettere in gioco le persone in detenzione, attraverso il valore dello sport, della solidarietà, della condivisione e della relazione.

BACKGROUND

Il Progetto “Tornare in Campo” prevede laboratori e strutture sportive finalizzati all’insegnamento del rugby all’interno del carcere della Dozza di Bologna, e al recupero fisico, sociale ed educativo di detenuti e giovani disagiati.
Coordinato da tecnici e allenatori del Rugby Bologna 1928, il Progetto coinvolge 40 detenuti con l’obiettivo di formare la squadra “Giallo Dozza” che, dalla stagione sportiva 2014-2015, disputa il Campionato nazionale F.I.R. di Serie C2. Le partite si giocano all’interno della struttura penitenziaria. Sono previsti allenamenti quotidiani comprendenti attività fisica atletica, tecnica di base e specifica, attività didattica necessaria all’apprendimento dello sviluppo generale del gioco del rugby e all’interpretazione chiara del regolamento, nonché la comprensione dei valori del rugby.

Il Progetto è finalizzato alla progressiva interiorizzazione di valori quali l’osservanza delle regole, la lealtà, la solidarietà, il sostegno reciproco ai compagni, il rispetto dell’avversario. Uno spirito aggregativo e solidaristico per affrontare in maniera costruttiva le sfide sul campo e nella vita. I detenuti hanno sottoscritto un codice etico comportamentale che prevede specifici meccanismi sanzionatori in casi di violazione, no all’esclusione dalla squadra. (http://www.bolognarugby1928.it/giallo-dozza)

CONTESTO PRODUTTIVO

Prodotto da Giovanna Canè per Oltre il Ponte e Enza Negroni per Edenrock in collaborazione con Regione Emilia Romagna e realizzato con il contributo di I.B.C Movie, Unipol Banca, Illumia. Con la partecipazione di Associazione Giallo Dozza, Bologna Rugby 1928, Ministero della Giustizia, Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria Emilia Romagna, Casa Circondariale Dozza di Bologna. Progetto selezionato al Bio to B Biografilm del 2015. Il film è in concorso alla 57a edizione dei Festival dei Popoli.